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Immagine del redattoreProf. Romina

Introduzione alla Statistica


Soprattutto in questi ultimi due anni siamo stati sommersi di grafici, tabelle, numeri e percentuali che ci parlavano di situazioni attuali, passate e previsioni circa il contagio da Covid-19, vediamone alcuni esempi:









Pur non avendo conoscenze statistiche siamo stati tutti in grado di comprenderne il significato. Infatti scorrendo i vari grafici riportati sopra siamo in grado di leggerli. Ebbene, sono tutte rappresentazioni di uno stesso fenomeno studiato da diverse angolazioni: curva dei contagi nel tempo, numero di decessi per fasce d'età, trend dei nuovi casi positivi, ... parlavamo di statistica non sapendo di farlo.

Questo non è successo solo per il Covid-19, infatti è ormai consuetudine raccogliere dati e lavorarli realizzandone tabelle consuntive e grafici che ne evidenzino le caratteristiche. Questo è valido sia in campo economico, che anche politico. Per poter studiare in maniera scientifica situazioni di questo genere o simili è necessario utilizzare gli strumenti forniti da una disciplina: la statistica.




Introduzione storica

In realtà dalle origini della civiltà l'uomo ha sentito il bisogno di annotare i dati relativi a fenomeni che lo coinvolgevano nella vita sociale. Sono noti antichissimi scritti cinesi (circa 2300 a.C.) in cui si accenna a misure delle terre e a enumerazioni degli abitanti distinti secondo i mestieri.

Nella Bibbia sono ricordati diversi censimenti degli Ebrei e anche gli antichi Egizi eseguirono catasti e censimenti demografici a volte insieme allo stato civile dei soggetti censiti. Ai Romani, con la Costituzione di Servio Tullio, venne prescritto un "census" ogni cinque anni.

Non si ha, invece, documentazione relativa al Medio Evo.


A partire dal XV secolo cominciarono ad apparire opere aventi come finalità la raccolta di dati economici e demografici dei vari Stati. Fu così che nacque una scienza descrittiva degli Stati, indicata col termine Statistica.

G. Achenwall
G. Achenwall

Questa nuova scienza raggiunse un notevole sviluppo nel XVIII secolo e il maggior merito della sua evoluzione può essere attribuito a G. Achenwall (1719 - 17772) dell'Università di Gottinga in Germania.

Risalgono a questo periodo le prime tabelle comparative delle risorse geografiche ed economiche dei vari Stati.

Nel XVII secolo compare in Inghilterra per opera di J. Graunt (1620-1674) e di W. Petty (1623-1678) una disciplina che fu denominata successivamente aritmetica politica, che aveva come oggetto di studio l'osservazione numerica delle nascite, delle morti e, in generale, dei fenomeni demografici. Questi studi, che avevano come finalità il calcolo delle rendite vitalizie, si diffusero in tutti gli Stati e videro come massimo esponente il pastore prussiano J.P. Süssmilch (1707-1767), il quale dedusse che le regolarità di un fenomeno potevano essere evidenziate attraverso un numero molto alto di osservazioni e per primo calcolò il tempo di raddoppiamento di una popolazione.


Nel XIX venne introdotto il calcolo delle probabilità nelle indagini statistiche soprattutto ad opera di Pierre Simon Laplace (1749-1662) e Carl Friedrich Gauss (1777-1855). Il calcolo delle probabilità è nato in Francia come branca autonoma della matematica da studi effettuati da B. Pascal (1623-1662) e P. Fermat (1608-1665). L'introduzione del calcolo della probabilità nella metodologia statistica fu di fondamentale importanza, infatti avvalendosi degli strumenti forniti dal calcolo della probabilità la statistica, da attività pratica volta alla soluzione di problemi concreti, si avvia a diventare una vera e propria disciplina scientifica vedendo il suo culmine nell’opera di Adolphe Quételet(1796-1874), che apre gli orizzonti di applicazione della statistica agli studi sociali e contribuisce notevolmente a caratterizzare la statistica come metodo.


Agli inizi del XX secolo la statistica potè essere definita come una scienza del tutto autonoma, con dei tratti ben definiti e indipendente dai settori di applicazione. I maggiori contributi furono opera di:

  • Johann Friedrich Carl Galton (1822-1911) per quanto riguarda il settore della statistica medica e nella teoria della correlazione;

  • Karl Pearson (1857-1936) che svolse importanti studi di statistica matematica e fece costruire gran parte delle tavole statistiche ancora in uso;

  • William Sealy Gosset (1876-1937) che pubblicò i suoi lavori utilizzando lo pseudonimo di Student e si occupò della teoria dei camp

Nel XX secolo venne formalizzata l'inferenza statistica, cioè quel settore della statistica che si occupa di trarre conclusioni generali analizzando un piccolo numero di elementi dal punto di vista statistico. Questo avvenne soprattutto per opera di R.A. Fisher (1890-1962). Nella scuola italiana il maggior contributo venne dato da C. Gini (1884-1965), che si occupò delle misure di variabilità e nel 1962 fondò l'Istituto Centrale di Statistica (ISTAT) e nel 1936 la prima facoltà di Scienze Statistiche nel mondo.

Il fondatore del moderno approccio statistico ai sondaggi d'opinione è considerato l'americano George Horace Gallup (1901-1984). Gallup divenne famoso quando riuscì a prevedere, nel 1936, l'elezione del presidente Roosevelt, dato come sconfitto da potenti società d'indagine che operavano già nel settore, sulla base di una previsione effettuata su un campione di 50000 elettori, un numero comunque considerato esiguo rispetto alle conoscenze statistiche del tempo.


L'analisi statistica dei dati si è andata sempre più sviluppando e attualmente il ricorso alle metodologie statistiche da parte di tutte le discipline è all'ordine del giorno e ciò è stato favorito dall'avvento e successiva diffusione dei computer che permettono una rapida elaborazione di enormi quantità di dati.


Definizione, finalità e ambiti di applicazioni

La definizione storica di statistica come "scienza degli Stati" ormai è considerata superata.

Tuttavia oggi ne vengono date numerose definizioni: Walter Francis Willcox (1861-1946) ne raccolse 124 e da allora ne sono state aggiunte tante altre.

La definizione più ricorrente prende spunto dal tipo di fenomeni studiati dalla statistica: i fenomeni statistici o collettivi, cioè quei fenomeni il cui studio richiede una raccolta di numerose osservazioni. Le osservazioni possono essere effettuate su soggetti diversi una volta soltanto o sullo stesso soggetto ma ripetute più volte.


Esempi di fenomeni collettivi sono: il numero di nascite in un anno, il numero di studenti promossi in una scuola, il numero di matrimoni celebrati in un anno, i prezzi del carburante in periodi successivi, le precipitazioni in un determinato luogo in periodi successivi.


Pertanto si può definire la statistica come la scienza che ha come fine lo studio qualitativo e quantitativo dei fenomeni collettivi.


I metodi usati per studiare tali fenomeni sono molteplici e spesso sono legati al tipo di fenomeno in oggetto; quindi, si possono distinguere due grandi settori:

  1. la statistica descrittiva, il cui compito è quello di: raccogliere, ordinare, riassumere, presentare e analizzare i dati ottenuti dallo studio de fenomeno collettivo;

  2. la statistica inferenziale, che estende i risultati ottenuti con la statistica descrittiva a un insieme di elementi più vasto di quello studiato, fornendo strumenti analitici per trarre delle conclusioni e prendere delle decisioni:. estendere i risultati ottenuti con la statistica descrittiva a un insieme di elementi) più vasto di queillo studiato, fornendo strumenti analitici per trarre delle conclusioni e prendere delle decisioni.



Attualmente la statistica trova applicazioni in diversi settori, tra i più importanti ricordiamo:

  1. ricerca scientifica: studi e ricerche quantitative e qualitative di varia natura in diverse discipline (medicina, agraria, chimica, geologia, fisica, astronomia, scienze dell'informazione, biologia, ...);

  2. scienze demografiche e attuariali: censimenti demografici, demografia storica, dinamica della popolazione, studi di natalità, mortalità, stato civile, assicurazioni, rendite, ...

  3. scienze economiche: produzione agricola, mineraria, industriale, prezzi delle merci, andamento dell'inflazione, dei salari, dei consumi, delle importazioni ed esportazioni, dei trasporti, redditi, bilanci, ...

  4. scienze sociali: sondaggi di pubbliche opinioni, inchieste sociali, andamento della disoccupazione, della sanità pubblica, del turismo, ...

  5. scienze per la programmazione economica e territoriale: elaborazione e previsione degli effetti dei piani economici e sociali, di piani settoriali di sviluppo;

  6. ricerca operativa: gestione delle risorse, delle scorte, degli investimenti, ottimizzazione dei processi di lavorazione, strategie competitive.


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